Atraumatic Restorative Treatment

L’Atraumatic Restorative Treatment (ART) non è solo una sigla ma è un modo per prendersi cura dei denti del bambino secondo le sue esigenze e i suoi tempi.

Prevede 3 momenti fondamentali.

  1. Approccio psicologico adeguato
  2. Piano di cura nel rispetto delle esigenze, dell’età, della sfera emotiva del bambino tenendo presenti i “tempi del bambino” e i “tempi della carie”.
  3. Tecniche e strumenti di cura non traumatici, non dolorosi, poco invasivi ma efficaci.

Oggi vedremo assieme quanto l’approccio psicologico possa incidere sul rapporto con il dentista.

APPROCCIO PSICOLOGICO

È fondamentale, spesso richiede tempi lunghi e la prima visita è il momento iniziale dell’approccio: serve al bambino per familiarizzare con l’ambiente, per sentirsi a suo agio, per essere rassicurato e confortato.

La prima visita serve anche all’odontoiatra per iniziare a conoscere sia il bambino che i suoi genitori, per infondere fiducia, per raccogliere i dati medici relativi alla salute generale, della bocca  e dei denti, per decidere un piano terapeutico adatto a “quel bambino in quel momento”, per spiegare ai genitori metodi, procedure e tecniche in modo da creare dialogo e complicità.

Molti genitori credono che durante la prima visita si possa risolvere qualsiasi problema, soprattutto il dolore o il fastidio ai denti dei loro bambini, ma queste sono aspettative quasi sempre irrealizzabili e spesso controindicate: intervenire in prima visita in situazioni di emergenza e dolore (eccetto in caso di traumi dentari) pregiudica l’instaurarsi di un buon rapporto bambino/dentista e fa identificare il dentista come figura negativa e cattiva.

I genitori devono essere parte integrante del rapporto tra bambino e dentista, ma non con una presenza costante, oppressiva e ansiogena: in questo modo potrebbero comunicare al bambino che mamma e papà sono uno scudo protettivo contro un pericolo (il dentista) mentre dovrebbero trasmettere al bambino fiducia, serenità e tranquillità verso l’amico dentista. Solo così il bambino si sentirà affidato a una figura rassicurante, positiva e familiare, che gode la piena fiducia di mamma e papà.

Per tutti questi motivi il momento, la durata e i tempi della prima visita sono fondamentali:

  • meglio al mattino, quando il bambino non è stanco;
  • il tempo a disposizione deve essere molto (un’ora o anche più) e deve prevedere vari momenti: il momento dell’approccio, della conoscenza e del gioco in una sala d’attesa a misura di bambino; il momento della visita vera e propria in cui si guardano e si contano i dentini; il momento delle spiegazioni ai genitori, il momento del congedo, dei saluti e dell’arrivederci a presto!

L’unico problema in una visita così è che spesso il bambino fa i capricci perché non vuole andare via ma vuole rimanere a giocare!

IL PIANO DI CURA

Ecco un elenco degli elementi che contraddistinguono un piano di cura a misura del bambino e della sua salute orale.

  • Deve partire da una corretta e precisa valutazione dei problemi, stabilendone le priorità.
  • Deve partire dal’età del bambino e dalla possibilità e capacità di collaborazione.
  • Deve tener conto delle nuove tecniche, dei materiali e dei metodi oggi a disposizione. Non è prevista sempre e solo la terapia tradizionale (trapano e otturazione) ma anche l’utilizzo dell’ozonoterapia e della sedazione con protossido d’azoto.
  • Deve prevedere un’attenta valutazione non solo della patologia (carie) ma anche della funzione orale per poter programmare nel tempo un eventuale lavoro correttivo sulle abitudini orali (suzione, masticazione, respirazione) e sul trattamento ortodontico.
  • Deve infine prevedere un programma di prevenzione sia dalla patologia cariosa sia dalle malocclusioni.

TECNICHE E STRUMENTI

Lavorando su un piccolo paziente che non è in grado di comprendere la necessità e l’importanza delle cure e che quindi non ha una motivazione in tal senso, bisogna usufruire di soluzioni terapeutiche semplici, poco invasive e veloci usando un criterio di difficoltà crescente nell’esporre il bambino al trattamento (a differenza dell’adulto, nel bambino prima si affrontano le cure più piccole e poi le più lunghe e complesse).

I due strumenti alla base dell’Atraumatic Restorative Treatment sono la sedazione cosciente e l’ozonoterapia di cui abbiamo già parlato nel nostro blog, qui riassumiamo le loro caratteristiche.

Sedazione cosciente

Respirando una miscela di ossigeno e protossido d’azoto da una mascherina come quella dell’aerosol il piccolo paziente si tranquillizza. La sedazione cosciente determina una riduzione dello stato d’ansia, abbassa la produzione di adrenalina endogena, diminuisce il riflesso del vomito e la sensibilità a livello della mucosa orale.

Il bambino rimane sveglio e attivo, risponde alle domande normalmente, respira autonomamente e restano attivi i riflessi della tosse e della deglutizione; è semplicemente più rilassato, quindi è possibile portare a termine la seduta odontoiatrica senza difficoltà.

Ozonoterapia

È un trattamento rivoluzionario per affrontare la carie. Nei ricordi di tanti adulti è impresso con fastidio il rumore e la sensazione del trapano del dentista, molto spesso associato anche al dolore: tutto ciò faceva sì che si instaurasse una vera fobia verso le cure.

Oggi grazie all’ozono la terapia delle carie può essere, se indicata, semplice, veloce, senza fastidio, dolore né anestesia. L’ozono (un gas presente anche nell’aria che respiriamo) applicato sul dente cariato tramite una coppetta di silicone, riesce a ottenere un’efficace regressione delle carie perché è in grado di arrestare lo sviluppo dei batteri che la causano.

La terapia è efficacissima sui dentini nei quali la carie non è ancora arrivata al nervo ed è utilissima soprattutto nei bambini piccoli o non collaboranti.

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